Il Sangiovese

Se esiste un vino che per storia e personalità attira da sempre studiosi, intenditori e semplici appassionati, questo è il Sangiovese. Se ben coltivato, con basse rese, piante fitte—almeno 4000 per ettaro—può essere il vino dal perfetto equilibrio, con profumi molto raffinati, floreali, ma fragile.

Di questo vitigno esistono molti sinonimi: Brunello, Montepulciano, Morellino, Cardisco, Moscato Nero, Sangioveto, Pignolo, Prugnolo.  Sinonimi a parte, esistono due tipi di Sangiovese, il “Sangiovese grosso “ e il “Sangiovese piccolo “.

Un altro mito narra che il nome derivi da Sanguis Jovis, sangue di Giove, nome attribuitogli da un monaco cappuccino del convento di Sant’Arcangelo di Romagna, nei pressi del monte Giove, durante un banchetto in onore di papa Leone XII, il quale chiese come si chiamasse lo squisito nettare che i monaci avevano servito.

E’ il caso di dire che ogni  zona da vita ad un vino diverso. Vinificato puro regala un vino rosso rubino intenso, con un delicato bouquet di violetta, ciliegia, iris, rosa, amarena, peonia, mora, prugna;  tannico e di buon corpo, armonico e con un retrogusto amarognolo molto gradevole. Il vino comunque è caldo, mai troppo rotondo, anzi con un certo nervosismo di fondo.

Il grappolo è di grandezza media, , peduncolo lungo, semilegnoso.  Acino medio, buccia molto pruinosa, di colore rossastro. Polpa poco carnosa, dolce-acidula, colorata in rosa.  Il vitigno è rustico e si adatta alle diverse condizioni pedologiche. Nella zona più classica della Toscana, dove ha la maggior diffusione, trova il suo habitat migliore nei terreni eocenici derivati da calcare alberrese, di natura argillo-calcarea-silicea, in terreni aridi a scheletro abbondante.

 Se ben coltivato, con basse rese, piante fitte, può essere il vino dal perfetto equilibrio.