Produzione Italia 2015

I DATI DEFINITIVI DI ASSOENOLOGI SULLA PRODUZIONE

ORA E’ SICURO. IL 2015: SARÀ UN ANNO DA INCORNICIARE

 

I dati definitivi elaborati da Assoenologi sulla produzione 2015 sono in rialzo rispetto a quelli divulgati il 29 agosto e dall’aggiornamento pubblicato sul numero di ottobre di questa rivista. Si sono prodotti 47,6 milioni di ettolitri di vini e mosti, +13% rispetto il 2014 e +4% rispetto la media decennale.

 

Per quanto attiene la qualità: ottima/eccellente in tutt’Italia. Le buone riserve idriche accumulate hanno determinato un’interessante ripresa vegetativa, sfociata in una primavera che ha favorito le fasi fenologiche per lasciare poi il posto ad un’estate calda, mitigata però nella seconda metà di agosto, condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l’accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche, in particolar modo per i vini ottenuti da uve a bacca rossa che sono state raccolte alla fine di un settembre, un mese decorso in modo perfetto che a memoria non se ne ricordano al pari.

 

PIU’ CHE LA QUANTITA’ INTERESSA LA QUALITA’

Per quanto attiene la quantità, I riscontri fatti a bocce ferme danno una produzione di 47,6 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un incremento rispetto ai dati iniziali che facevano prevedere un aumento del 10% ora corretto a +13%. Secondo Assoenologi quest’anno si produrranno 47,6 milioni di ettolitri, a fronte della media quinquennale (2010/2014) di 44,1 milioni di ettolitri e di quella decennale (2005/2014) di 45,5 milioni di ettolitri. L’elaborazione di Assoenologi fa infatti ipotizzare che la produzione di uva possa oscillare fra i 65 e i 67 milioni di quintali trasformabili con il coefficiente medio del 73%.

La produzione, quindi, ritorna nelle medie pluriennali, dopo i forti decrementi del 2014 (42,1), del 2012 (41,1) e del 2011 (42,7). Le regioni che nel 2014 avevano fatto registrare i maggiori cali rispetto alla precedente annata sono state: Sicilia (-37%), Campania (-28%), Friuli Venezia Giulia (-27%), Trentino Alto Adige (-24%) e Abruzzo (-17%).

 

IL VINO ITALIANO PIACE L’EXPORT TIRA

 

La qualità c’è tutta, la quantità anche, occorre solo stimolare i consumatori del Mondo a bere italiano. E su questo fronte sembra che l’Italia sia sulla strada giusta visto che gli ultimi dati elaborati da Assoenologi (primo semestre 2015) confermano che le nostre vendite all’estero sono cresciute, rispetto allo stesso periodo del 2014, del 6,5% in volume, sia pur calando dell’1,6% in valore; diminuzione dovuta principalmente alla commercializzazione del vino sfuso, decisamente in discesa. Il che vuol dire che vendiamo un po’ di meno ma introitiamo molto di più, tanto che il valore medio unitario è balzato a +8,32% (vedi “l’Enologo” ottobre 2015).

 

DA META’ AGOSTO TUTTO IN DISCESA

 

Se il 2015 è stato uno degli anni più caldi del secolo, l’andamento dei mesi di settembre e di ottobre non trovano paragoni negli annali.

Grazie ad un inverno ricco di precipitazioni, sia piovose che nevose, le viti hanno avuto modo di “risvegliarsi” in una primavera mite, con una buona riserva idrica. Il germogliamento è risultato anticipato rispetto alla scorsa annata, così come la fioritura iniziata dopo la metà di maggio, a cui è seguita, in molte regioni italiane, un’ottima allegagione.

Gli elementi che hanno caratterizzato quest’annata sono stati il gran caldo dell’estate, con temperature superiori alla norma e la scarsità di precipitazioni per un periodo piuttosto prolungato che in certe zone ha lasciato il segno, così come in quelle colpite da violente grandinate.

Il ciclo vegetativo della vite in generale si è avvalso all’inizio di temperature miti di giorno e fresche di notte, aumentate e diventate a volte brucianti dalla seconda metà di giugno e per tutto luglio. L’irrigazione di soccorso si è rivelata fondamentale per affrontare lo stress idrico.

L’andamento climatico e meteorico ha antagonizzato l’insorgere delle principali ampelopatie della vite. I vigneti, in tutt’Italia, hanno quindi goduto di una insolita sanità, i grappoli si sono presentati sanissimi, nonostante il limitatissimo numero di trattamenti. Dopo Ferragosto la situazione si è nuovamente modificata con provvidenziali precipitazioni e il conseguente abbassamento delle temperature, che hanno ristabilito le condizioni ideali per il prosieguo del ciclo vegetativo della vite, riportando la turgidità negli acini a condizioni ottimali. Il mese di settembre è decorso in modo confacente, consolidando la qualità, salvo che in alcune zone falcidiate dalle eccessive temperature e dalla scarsità di precipitazioni.

In Sardegna, Puglia e Sicilia l’inizio della vendemmia delle uve precoci e di quelle base spumante è iniziata il 3 agosto. In Lombardia tra il 10 ed il 15 dello stesso mese. In tutt’Italia i conferimenti sono entrati nel pieno a metà settembre e si sono conclusi nei primi giorni di novembre con gli ultimi grappoli di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania, del Raboso in Veneto e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.

 

 

La situazione in pillole

Qualità. Ottima con moltissime punte di eccellente in tutto il territorio vitivinicolo nazionale. Il 2015 sarà un millesimo da ricordare.

Quantità. Si produrranno poco più di 47 milioni di ettolitri, con un incremento dell’11% rispetto allo scorso anno.

Mercato. In crescita per i vini richiesti dal mercato in particolar modo per quelli a denominazione di origine. Stabile per gli altri.

Esportazione. In crescita con previsione del 6,5% in valore contro -1,6% in volume nei primi sei mesi del 2015.

Consumi interni. In ribasso. Secondo Assoenologi a fine 2015 si arriverà a meno di 36 litri pro capite, contro i 45 del 2007.

 

Fonte: Assoenologi